
Alla vigilia dei 170 anni dalla nascita di Vincent Van Gogh, i membri dell’Istituto di Teologia Dogmatica si sono recati presso il Palazzo Bonaparte di Roma, lo scorso 9 novembre, per confrontarsi con l’opera pittorico-esistenziale del grande genio olandese. Nato il 30 marzo 1853, Van Gogh fu un artista dalla sensibilità estria e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers. Nonostante una vita impregnata di tragedia, Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, accompagnandoli da scritti sublimi (le famose “Lettere” al fratello Theo Van Gogh), inventando uno stile unico che lo ha reso il pittore più celebre della storia dell’arte.
Attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller Müller di Otterlo -che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh- i membri dell’Istituto hanno potuto percorrere un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico e che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese, al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Remy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.