Dopo quasi due mesi dalla ripresa delle lezioni di questo nuovo anno accademico, Istituto di Teologia Spirituale ha vissuto la propria giornata dei curricoli con una piccola “trasferta” verso il centro della città. Alle 9.15 ventotto studenti si sono dati appuntamento, insieme ai professori don Shaji Joseph Puykunnel e don Wim Maria Etienne Collin, in Piazza di Santa Maria in Trastevere per conoscere più da vicino l’opera della Comunità di Sant’Egidio.
Grazie ad uno speciale accompagnamento e alla guida del prof. Francesco Dante, Professore di Storia Moderna e Contemporanea presso l’Università la Sapienza in Roma, nonché membro della Comunità di S. Egidio, in realtà, è come se avessimo fatto esperienza di un piccolo pellegrinaggio-formativo, il quale, ci ha permesso, non solo di conoscere una realtà viva e impegnata a favore dei poveri in varie parti del mondo, bensì, anche di scoprire il senso più profondo di cosa sia una vera esperienza cristiana.
Raggiungendo la Chiesa di Sant’Egidio in Trastevere, luogo dove grazie a un’iniziativa di Andrea Riccardi è iniziata tutta l’esperienza della Comunità durante gli anni del Post Concilio, il professore ci ha riportato nella stagione del post Concilio, in cui i fermenti all’interno della Chiesa erano molti e i desideri, di iniziare nuove esperienze in favore della fede e dei fratelli, erano altrettanti.
In una seconda tappa, ci siamo recati presso la Basilica di S. Bartolomeo, Isola Tiberina, dove ci è stato raccontato, attraverso l’esperienza personale del prof. Dante, come la Comunità di Sant’Egidio si prenda cura delle esigenze degli “invisibili” della società attraverso una rete di solidarietà umana e cristiana.
Preghiera, poveri e pace, sono i riferimenti fondamentali emersi grazie al momento di condivisione che abbiamo vissuto attorniati dalla presenza dei tanti martiri contemporanei ricordati negli altari della stessa Chiesa dell’Isola Tiberina e voluti a suo tempo da San Giovanni Paolo II.
La preghiera, basata sull’ascolto della Parola di Dio, è la prima opera della Comunità, ne accompagna e ne orienta la vita. A Roma, e in ogni parte del mondo, è anche luogo di incontro e di accoglienza per chi voglia ascoltare la Parola di Dio e rivolgere la propria invocazione al Signore.
I poveri, sono i fratelli e gli amici della Comunità. L’amicizia con chiunque si trovi nel bisogno - anziani, senza dimora, migranti, disabili, detenuti, bambini di strada e delle periferie - è tratto caratteristico della vita di chi partecipa all’esperienza della Comunità di Sant’Egidio nei diversi continenti, partecipata e fatta crescere, addirittura con la presenza di un proprio Seminario, da Laici impegnati nel prendere sul serio le esigenze del Vangelo.
La consapevolezza che la guerra è la madre di ogni povertà, ha spinto la Comunità a lavorare anche per la pace, proteggerla dove è minacciata, aiutare a ricostruirla, facilitando il dialogo là dove questo è andato perduto.
Dopo uno scambio di domande e di ulteriori riflessioni, abbiamo sostato un momento in preghiera, quasi come se, ognuno di noi, avesse voluto chiedere al Signore la grazia di poter trasformare in vita quanto di bello e di prezioso ci è stato permesso di ricevere nella testimonianza di tanti uomini e donne che, ben consapevoli della propria missione, ne trasmettono la bellezza dell’impegno e la gioia che da questo ne scaturisce!