Il cammino riflessivo che ci propone il prof. Paolo Carlotti con suo libro prevede cinque momenti, assegnati ai cinque capitoli.
Il primo momento offre due premesse importanti per ogni discorso teologico-morale, specialmente quello che verte sulla coscienza morale: l’epistemologia e l’antropologia, il porsi e lo sviluppo dell’etica teologica come scienza e il delinearsi attuale del profilo antropologico.
Il secondo momento introduce al tema specifico della coscienza morale nel suo collocarsi nella cultura e nella riflessione contemporanea occidentale. Si presentano alcuni tratti rilevanti: il soggetto autoreferenziale; la rilevanza o meno del riferimento religioso; il confronto con la cultura dell’efficienza e del risultato; il realismo di una praticabilità possibile del bene morale.
Col terzo passo poi si accede al tema delicato della identità della coscienza morale a partire dalla sua dignità umana, che risiede nella capacità di sé dell’uomo e che ne esige la sostanziale libertà e ne riconosce la centrale titolarità. Si affronta poi il rapporto delicato con la verità morale, riconoscendo la soggettività, ma non il soggettivismo di questa. Si accenna alla novità del magistero di papa Francesco.
Nel quarto momento, la biografia della coscienza morale si cimenta, brevemente, con l’intento formativo. Il mondo emotivo vi preme con la sua diversificata influenza, la cui decifrazione seppur ancor oggi nodale conosce momenti faticosi e talora sofferenti di impostazione e realizzazione. Vi è poi la trattazione della cura personale, comunitaria e cristiana della coscienza morale, a livello sia teorico sia pratico.
Nel quinto capitolo si offre una trattazione dello specifico cristiano della coscienza morale cioè la sua novità a partire dalla persona del Cristo incarnato, morto e risorto nella vita e nella storia dell’uomo. Questa novità non può non avere il suo culmine nella Pasqua del Cristo, dove si ha il fondamento cristico della morale cristiana. Nella consegna dello Spirito del Risorto, che inabita nel nuovo cuore del credente, si ha la dimensione pneumatologica e carismatica della morale cristiana, condicio sine qua non di una teonomia non eteronoma, ma autonoma. La dimensione ecclesiale come comunione di vita morale qualificata è la ‘convivenza’ della coscienza morale credente.