Sacro Speco-San Biagio

Istituto di Teologia Spirituale

  15 novembre 2024

Il 14 novembre 2024, nella Giornata del Curricolo, i docenti e gli studenti dell'Istituto di Teologia spirituale hanno potuto ammirare il Santuario addossato alla roccia a strapiombo del Sacro Speco. È diventata un'occasione privilegiata per approfondire il tema della Spiritualità monastica. Martina, la guida artistica che ci ha accompagnato, ha illustrato la vita del giovane eremita Benedetto nello Speco, considerato già dal tempo di San Gregorio Magno “luogo di preghiera e di miracoli”. Studenti e docenti hanno potuto ammirare la suggestiva bellezza del santuario: le pitture che rivestono le superfici delle pareti, gli affreschi delle due chiese, quella superiore e quella inferiore, i dipinti del Transetto e la suggestiva Santa Grotta dove il giovane Benedetto visse tre anni ignoto a tutti, eccetto a Dio e al monaco Romano. “Da questa selvaggia solitudine, fra monti brulli, ebbero origine tutti i monasteri” (Gregorovius). 

Uscendo dal Santuario, e contemplando ancora con stupore la vallata silvestre che accompagna lo scorrere silenzioso del fiume Aniene, i cinquanta membri del gruppo di docenti e di studenti partecipanti alla giornata curricolare, si sono incamminati verso la casa di preghiera «San Biagio», piccolo eremo nel quale, dal 1975, un gruppo di consorelle delle Figlie di Maria Ausiliatrice offrono accoglienza e propongono animazione spirituale a tutti coloro che vogliono “riconnettersi con l'essenziale”, concentrandosi sull'ascolto della Parola di Dio sull’esempio di San Giovanni Bosco e di Madre Mazzarello.

A San Biagio, i docenti e gli studenti dell'Istituto hanno celebrato l’Eucaristia e, dopo il pranzo preparato dalle suore, hanno avuto la possibilità di scambiare idee sulle diverse attività che si svolgono in questa casa di preghiera.

Nel rientro all’UPS è affiorato nella memoria dei presenti il ricordo della giornata: la consapevolezza di aver vissuto nel monte Taleo un'esperienza intensa di Dio e di fraternità per poi poter innaffiare con gioia la ripetitività dei gesti quotidiani della pianura.